Massimiliano Bassetti

Laureato in Paleografia latina presso l’Università di Perugia, dottore di ricerca in Filologia mediolatina presso l'Università di Firenze, borsista post-dottorato in Discipline storiche presso l'Università di Padova, incardinato come ricercatore universitario e professore aggregato di Paleografia latina presso l'Università di Verona. Svolge mansioni di coordinamento dell’attività scientifica ed editoriale della Fondazione « Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo », è direttore e membro del consiglio direttivo del « Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo - Accademia tudertina » (Presidente prof. Enrico Menestò, vice-presidente prof.ssa Maria Consiglia De Matteis). Le ricerche e la produzione editoriale degli ultimi hanno si sono rivolte ai seguenti argomenti:
- Edizione delle più antiche carte della fondazione veronese di S. Giorgio in Braida (sec. X med.-1150);
- Catalogazione scientifica dei manoscritti appartenenti alla Biblioteca del Convento Francescano di San Fortunato di Todi e al Fondo Antico della Biblioteca Comunale di Assisi conservato presso il Sacro Convento;
- La tradizione manoscritta della Bibbia greca e latina nei momenti di più significativo contatto del testo con le maggiori istituzioni tra il tardo antico e l’alto medievo;
- Le Bibbie valdesi all’esito del medioevo;
- Nuove considerazioni sul manoscritto palinsesto della Historia Langobardorum di Paolo Diacono (Assisi, ms. 585);
- La Relatio trium cardinalium per il processo di Canonizzazione di Chiara da Montefalco; - I codici del Liber di Angela da Foligno: singoli casi e strategie di trasmissione;
- Libri e magistri nell’iconografia del pieno e del tardo medioevo;
- Nazionalità e modelli grafici tra i ceti dominanti nel Regnum Italiae e nella Tuscia tra Longobardi e Franchi (sec. VIII-IX);
- Scritture usuali ed elementari a Verona nell’alto medioevo.


Titre et résumé de la conférence :

Bibbie e manoscritti atlantici tra XI e XII secolo : alcuni casi toscani

Le bibbie atlantiche “toscane” hanno costituito l’oggetto privilegiato di un abbondante mezzo secolo di studi storici-artistici, alle cui scaturigini si riconoscono le minute indagini di Edward B. Garrison pubblicate a puntate tra il 1953 e il 1962. Queste bibbie, dunque, si sono storiograficamente (piuttosto che storicamente) configurate come gruppo, attraverso l’identificazione di un solo elemento coesivo: il partito decorativo. L’esamo di esso (e solo di esso) ha consentito di proporre per quel gruppo un’articolazione interna utile ad individuare codici capostipiti, epigoni, fasi di svolta e di innovazione.

Com’è del tutto ovvio, la storia delle bibbie di grande formato dei secoli XI e XII oggi conservate in Toscana, lascia immaginare un grado di complessità decisamente superiore alle pacifiche e appaganti parentele stabilite in sede storico-artistica. L’abbondanza dei codici disponibili all’osservazione del ricercatore, anzi, fa del caso “toscano” un campione di studio dal significato statisticamente rilevante per l’insieme del fenomeno librario delle bibbie atlantiche. Distribuiti piuttosto omogeneamente nell’arco dei circa settantacinque anni per i quali i manoscritti atlantici conservano una loro specifica (sia pur cangiante) identità, i codici toscani (almeno per sede di conservazione) esemplificano quasi paradigmaticamente – in quanto omogeneo sottoinsieme – le intenzioni moventi, le tensioni aurorali, lo sviluppo e i diffratti esiti del più articolato cantiere di produzione libraria dei due secoli a cerniera tra alto e basso medioevo.

Con il presente intervento si intende proporre un esame complessivo di questo sottoinsieme di manoscritti e la messa a fuoco di alcuni specifici casi esemplari (in prevalenza fiorentini e lucchesi), presi in carico secondo una più capiente prospettiva di analisi paleografico-codicologica e senza trascurarne, in termini filologici, le “tracce” relative alla storia remota e le dirimenti risultanze testuali.

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